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ventilatore      
 



La malattia si prende tutto, nel tempo che vuole, a suo giudizio inappellabile.


Il nulla che rimane, dopo, potrebbe essere ritenuto sufficiente, e fondare le basi di una nuova vita: quella col ventilatore, l'alimentazione enterale, il computer.
L'arrivo al ventilatore, dopo qualche mese di adattamento, segna la fine della "seconda vita", quella della malattia nel suo aspetto più acuto e precario.
Ed è l'inizio di una terza avventura, subordinata, formata di luce e pensiero; il tempo, come un prestigiatore, cambia poi il peso dei valori.
La preparazione a questa "terza vita", deve cominciare con anticipo, con i primi seri sintomi.
Rilevata l'importanza del proprio medico, dell'AISLA, delle associazioni locali, della SIVA (per gli ausili, in genere), e di programmi per la comunicazione (mercury, dedalus), che offrono suggerimenti fondamentali di comportamento, rilevato ciò, personale e adeguato alle singole esigenze, deve essere lo studio delle soluzioni!
Diventare protagonisti, serve a controllare i problemi e le risposte, limitare i danni immediati, affrontare il futuro. E gli aiuti esterni (amici, volontari, ecc.), pur provenienti da persone splendide, attingono spesso alle energie mentali familiari; è in ogni modo difficile gestirli con equilibrio, dovendo evitare di enfatizzarli o sminuirli.
 Decidere di fronteggiare e prevenire la malattia, può sviluppare grandi energie che toccano tutti i valori esistenziali, facendoli lievitare, in una crescita percepibile, essenziale, dinamica, a bilanciare la fatica del dover correre più veloci di essa.
Si può anche decidere di delegare, per non sapere, per non rischiare, per non far male.
Ogni famiglia sceglierà la soluzione più congeniale.
Pur esprimendo il meglio, sono molte le colpe che appesantiscono questa strada inesplorata ed, è  benvoluto dalla sorte, chi si trova nelle condizioni di percepirle e maturarne il dolore, aiutato dalle coincidenze, dalla saggezza, dall'incoscienza - chi può saperlo? -.
Certamente, un viaggio così delicato ha bisogno del sostegno di buone valenze introspettive, possibili tra chi ha la fortuna di un dialogo di sguardi e di poche parole, semplici e piene.
Nel tempo, poi, nuove realtà, con infinite forme, possono prendere il sopravvento, costringendo i protagonisti a sottoporsi a varie metamorfosi, a rovistare in bauli sbiaditi, a tentare di riconoscersi, a rimettersi in gioco, a rincorrersi, a crescere; quel che accade ogni giorno a tanti uomini di buona volontà.